L'Apicolura Colle Salera

L'Apicolura Colle Salera

Oggi abbiamo intervistato Walter Pace, apicoltore e fondatore di Colle Salera, un’azienda a conduzione familiare che produce Mieli Biologici Monoflora di altissima qualità, in Valle Peligna, all’interno del Parco Nazionale della Majella.
Walter si definisce “un appassionato di qualità” e la sua passione la si può percepire dalla voce e dall’entusiasmo con cui parla del suo lavoro. 
È stato un pioniere del miele biologico in Abruzzo e ad oggi sono già 23 anni che con dedizione e amore svolge questo mestiere. 

Ecco cosa ci ha raccontato:

- Buongiorno Walter, parlaci un po’ della vostra azienda: quando è nata e come si è evoluta fino ad oggi?

- La nostra è un’azienda nata per hobby, ero un “apicoltore della domenica”, sono sempre stato un appassionato della natura e della biodiversità, poi mano a mano è cresciuta sempre di più. La prima volta abbiamo prodotto circa 4 kg di miele, l’anno dopo una ventina di kg, oggi produciamo dai 200 ai 300 quintali di miele all’anno. 
Pensa che sono un pioniere dell’apicoltura biologica! Sono stato il primo in Abruzzo a portare il miele biologico e ora sono 23 anni che lo produco. Ti racconto un aneddoto. Il mio primo codice operatore era il numero 236, praticamente ero uno dei 236 produttori biologici in tutta Italia, eravamo pochissimi 20 anni fa, oggi invece dire biologico è diventato quasi di moda!

- Come mai ti sei avvicinato al biologico? 

- Io mi definisco un appassionato di qualità!
Una volta si parlava di “miele vergine integrale” ma siccome chi lo manipolava non lo poteva scaldare ad alte temperature, è stato eliminato. Perciò mi sono riversato subito nel Biologico, per differenziare la mia produzione. 
Cerchiamo di farlo nel miglior modo possibile, la nostra, infatti, è una filiera estremamente corta, noi estraiamo dai favi il miele, lo lasciamo decantare 10/15 giorni e subito dopo viene messo in barattolo. La forza del nostro prodotto è che invecchia nel barattolo stesso!

- Com’è la vita di chi fa questo tipo di lavoro?

- La nostra è una vita di giostrai, maghi, siamo un comparto a sé. 
Il nostro è un lavoro unico, non abbiamo orari, viaggiamo di notte, dormiamo nelle tende. Qualcuno potrebbe vergognarsi di questa cosa, per noi invece è un orgoglio, un cavallo di battaglia! 
Nella pastorizia si dice transumanza, nell’apicoltura si chiama nomadismo e grazie al nomadismo riusciamo a trasportare i nostri alveari dalla Basilicata fino in Emilia, inseguendo le tipicità di fioriture della zona. Questo perché per fare il miele serve un'estensione di quella tipicità, bisogna trovare le zone più tipiche d’Italia e questo non è facile.
Inoltre, il nostro lavoro si svolge in campo aperto e i nostri camion sono carichi di materiale, perciò dobbiamo sorvegliare i nostri beni anche perché succede spesso che vadano a rubare i melari e per l’apicoltore, dopo tanto lavoro, è un danno enorme. Ecco perché dormiamo spesso nelle tende o nei camion, quando ci spostiamo.

- Quanti tipi di miele vengono prodotti dalla vostra Azienda?

- L’anno scorso abbiamo prodotto 19 tipi di miele.
Quest’anno per l’apicoltura italiana è stato un anno drammatico, tra le gelate primaverili e la successiva siccità estiva, sono stati prodotti tanti tipi di miele ma in quantità davvero minima.

- Immagino che il vostro sia uno dei settori che risentono di più dei cambiamenti climatici, è corretto?

- Si esatto, uno dei problemi dei cambiamenti climatici e della desertificazione è che i fiori ci sono ma non secernono il nettare, sono secchi!
Il cambiamento climatico è davvero evidente, io all’inizio non ci credevo, ma sono circa 4 anni che ormai lo vedo chiaramente e per la biodiversità è davvero un grande problema.
Per molti fiori l’impollinazione la fa il vento ma per altrettanti fiori, come ad esempio il ciliegio o i micro muschi, ci vuole proprio l’insetto che si poggia sulla corolla del fiore. In questo modo è come se schiacciasse un pulsante e il fiore, a sua volta, sparasse il polline. Il vento non riesce perciò a impollinare tutti i tipi di fiore, è questo il grande problema per la biodiversità. Ed ecco l’importanza dell’ape!

- Qual è la percentuale di polline necessaria perché un miele venga definito di una specifica tipologia?

- Dipende dalla tipologia di miele. Ad esempio, il Miele di Acacia necessita di una bassa quantità di polline di acacia per essere definito tale. Esistono, invece, altri mieli come l’Eucalipto che necessitano di oltre 80% di polline. Quindi non tutti i mieli devono avere la stessa percentuale di pollini e questo è stabilito dall’Almanacco dei mieli, non l’abbiamo inventato noi.
Pensa che in Abruzzo abbiamo un miele riconosciuto dallo Slow Food che si chiama Miele di Stregonia, un'erba selvatica che anticamente veniva chiamata Tè dei pastori ed era considerata un antidepressivo.
Per produrre questo tipo di miele basta un 13% di pollini di Stregonia.
Il punto di riferimento per noi apicoltori è l’Osservatorio Nazionale del Miele di Castel San Pietro Terme che ha dichiarato che negli ultimi anni si sta rivalorizzando il Millefiori. Il Millefiori è infatti una cosa eccezionale!
Grazie alla sua etichetta narrante, racconta la storia del nostro territorio, fatta appunto di Stregonia, Timo serpillo, Nontiscordardimè, Sferracavallo, Ginestrino, tutti fiori caratteristici del Parco Nazionale della Maiella ed è un miele unico.

- Sulla vostra pagina Instagram presentate le visite guidate che fate con bambini e famiglie all’interno della vostra azienda. Ti va di parlarcene?

- Sì è vero, i genitori e i bambini sono contentissimi di vivere questa esperienza, riceviamo sempre molto entusiasmo!
Mostriamo loro com'è composto un alveare, come ci muoviamo. Facciamo osservare le api in una teca di vetro e dopo questo primo approccio, li portiamo nell’apiario vicino all’azienda che comprende 200/300 alveari e con tutti sistemi di sicurezza, li facciamo immergere in questa nuvola di api. Qui, possono osservare le api, compresa la loro nascita: una cosa bellissima! Quando nasce un'ape è come un pulcino che rompe il guscio, e per i bambini vedere questa cosa è incredibile!
Poi in azienda possono vedere la smielatura, cioè l’estrazione in diretta del miele e lo possono assaggiare con una degustazione guidata e accompagnata da formaggi.
Inoltre, possono vedere tutte le fasi del miele, il miele fresco, il miele che inizia a deteriorarsi e si divide in una parte solida e una liquida e il miele fermentato. Questa secondo me è una cosa fondamentale per i consumatori: devono sapere quando vanno ad acquistare un prodotto che tipo di prodotto è, potendo quindi riconoscere un miele di qualità da un miele vecchio.

- Ho visto anche che date la possibilità di adottare le arnie, giusto?

- Si, in realtà abbiamo aderito ad un’iniziativa a livello europeo e grazie a questo progetto siamo stati dotati di dispositivi hi-tech con i quali riusciamo a monitorare i nostri alveari a distanza.
È una specie di bilancia che ci permette di osservare se l’alveare è in produzione, e se aumenta di peso, o se va in stress e quindi finisce il cibo. In questo caso, noi conserviamo in una cella frigo i favi di mieli pieni di miele, che noi chiamiamo i termosifoni perché permettono di nutrire le api e scaldarle, dato che alimentandosi, producono calore. Noi essendo nel biologico cerchiamo sempre di dare alle api il loro stesso miele, che essendo un alimento più ricco di vitamine e sali, mantiene le api in salute. Ecco perché c’è miele e miele.
Grazie a questo dispositivo di monitoraggio il consumatore che ha adottato l’alveare può osservare in diretta lo stato di salute e di produttività del proprio alveare e vedere dove si trova. Ciò perché può trovarsi in provincia di Bari per produrre il miele di ciliegio, poi a Matera per produrre il miele di arancia e successivamente nelle Marche. È questa la cosa bella!
I nostri alveari ruotano in base alle fioriture per produrre Miele di Rosmarino, Ciliegio, Arancio, Coriandolo, Castagno, Acacia, Melata, Santoreggia, Eucalipto, Marruca e moltissime altri tipi di Miele.
Questa è nostra bellissima storia transumante!

- Quante cose interessanti ci hai riportato, Walter. Parlare insieme e sentirti raccontare della passione per il tuo lavoro, ci ha fatto innamorare di questo mondo, tutto da preservare. Grazie per averci fatto vivere attraverso le tue parole la vita di un’arnia e lo straordinario “viaggio” per la produzione del miele, che ovviamente ora non vediamo l’ora di assaggiare!

 

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